Come raggiungere San Pietroburgo in nave

La maggior parte dei visitatori di San Pietroburgo raggiunge la città solitamente via aereo. Per chi disponesse di più tempo e fosse interessato è possibile farlo via nave, partendo da Lubecca, cittadina della Germania settentrionale affacciata sul mare del Nord.  Il collegamento è attivo dai primi dell’800, quando gran parte dei commerci si svolgevano via mare e la rotta supportava gran parte degli spostamenti tra Europa e Russia. Vi sono diverse compagnie che offrono il servizio, alcune con tratte leggermente differenti con partenza ad esempio da Rostock e arrivo a Helsinki. Il traghetto Transeuropa, della Finnlines, copre Lubecca – San Pietroburgo in due giorni e mezzo, partendo il sabato pomeriggio e arrivando il martedì mattina, oppure il mercoledì pomeriggio con arrivo il sabato mattina. La nave fa una breve pausa la seconda notte a Ventspils, una località in Lettonia. Si può imbarcare la propria macchina a un prezzo ragionevole. Al di fuori della stagione estiva, la nave è popolata più che da turisti da nerboruti omaccioni russi e provenienti dai paesi baltici dediti al commercio di vetture. Continua a leggere

Pubs e birrerie

In Russia ciò che viene chiamato da noi birreria o all’inglese pub, si chiama “Pivnoi bar”. In un pivnoi bar si può bere birre alla spina locali e estere, il costo di una pinta va da 80 rubli (2 euro), a 200 (5 euro). Le birre russe sono di qualità abbastanza buona, le più diffuse sono la Baltika, la Nevskoe, la più economica Bochka e la ottima Vasileostrovskaya, prodotta direttamente a Pietroburgo. Più che da noi, vi è solitamente un’ampia scelta di piatti, oltre ai tradizionali “grenki”, deliziosi bastoncini di pane nero fritti e serviti con salse. I pivnoi bar sono aperti fino a molto tardi, alcuni lavorano 24 ore su 24. Sono solitamente abbastanza affollati, anche se non è usanza stare in piedi, e purtroppo molto fumosi. Come in altri esercizi, per tutelare l’ordine e la sicurezza, sono presenti all’entrata dei buttafuori che potrebbero farvi una rapida perquisizione. Sono presenti a San Pietroburgo diverse catene: la più famosa semplicemente SPB, presente in molti punti strategici della città; la più centrale su Uliza Sadovaya angolo Nevskij Prospekt.

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Il Fireball club

Desiderate andare in una discoteca di massa, in un locale dove pulsi la classe media e medio-bassa pietroburghese? Il Fireball è il posto che fa per voi! Posizionato nella parte meridionale della città, nel sovietico Moskovskiy Raion, è un club di grandi dimensioni dotato di tre sale. Una sala “rock”, dotata di un palco sul quale si alternano band che suonano dal vivo, di un lungo bancone di legno e tavoli in stile steak house all’americana. Una sala al piano inferiore, dove gira musica house e ci si muove in un ambiente “new age”. Ma il cuore del locale è rappresentato dalla sala “Retro”, la più grande e frequentata. Di forma rettangolare, sul perimetro è dotata di ambitissimi divani e tavolini, che normalmente in base alle abitudini degli avventori sono invasi da alcolici di tutti i tipi e piatti di carne o “zakuski”, ovvero stuzzichini alla russa. Sulle pareti campeggiano foto di eroi musicali del passato, internazionali e nazionali: John Lennon, Stevie Wonder, ma anche Yuri Antonov, e Alla Pugacheva. Continua a leggere

Dove andare a fare la spesa

A San Pietroburgo c’è un’ampissima scelta di esercizi dove andare a fare la spesa. Il range qualitativo e di prezzi è molto variabile, vediamoli più nel dettaglio. La catena che più si avvicina agli standard occidentali è Perekrestok (Перекресток), che significa in russo “incrocio”, riconoscibile dall’insegna blu e presente anche in altre grandi città della Russia. Spazi ampi, scaffali generosi, locale climatizzato e grande scelta di prodotti. Al contrario della maggioranza degli esercizi, si può trovare un grande assortimento di carne fresca e di frutta proveniente dall’estero. Sicuramente, e lo si capisce dall’aspetto della clientela, non è un supermercato per tutte le tasche. Se ne può trovare uno in Sennaya Ploshad, al piano terra del centro commerciale Pik, e uno sulla Petrogradka, in Kronversky Pereulok. Per la fascia alta il top a San Pietroburgo è sicuramente “Vladimirsky Passazh” (Владимирский Пассаж), un centro commerciale di alta categoria dispiegato in uno splendido edificio di fronte alla cattedrale “Vladimirskaya”. Ha due entrate, una da Vladimirsky Prospekt, e una più appartata da Uliza Rubinshteina. Vi è presente un eccellente banco del fresco e prodotti da tutti i paesi europei, compresi quelli italiani. Continua a leggere

La rissa, ovvero sono russo e non mi tiro indietro

Molto spesso, girando su youtube o sulla rete, capita di imbattersi in video di inaudita violenza, protagonisti i quali sovente risultano essere i russi. I fatti ripresi accadono per strada, nei  locali, ma anche nei talk show televisivi o durante i matrimoni. Lo spirito russo, per chi non lo sapesse, racchiude caratteristiche quali il coraggio, l’onore, l’istintività, che spessissimo prevalgono sul raziocinio e sul buon senso. Se a tutto ciò si aggiunge la particolare inclinazione di questo popolo ad alzare il gomito, il gioco è fatto. Chi vive in Russia avrà visto almeno una volta qualche gruppo di “pazani” (in milanese “zanza o maranza”, al sud “guaglione” o in romanesco “borgataro”) darsele di santa ragione in un cortile o davanti a una panchina su una “tropinka” (giardinetto), davanti a una distesa di lattine e bottiglie vuote precedentemente scolate. La cosa che subito balza all’occhio è il completo sprezzo del pericolo e la mancanza totale di valutazione delle conseguenze di tali atti: i russi si gettano l’uno sull’altro, si tirano bottigliate e reagiscono a provocazioni senza particolari remore. Ciò accade tra giovani come tra persone adulte, tra “pazani” e anche tra gente di ceto elevato o personaggi famosi. Insomma con i russi non si scherza! Continua a leggere

I pericoli del gelo

Una delle domande che più spesso si pongono gli italiani che vanno d’inverno in Russia è come attrezzarsi per il freddo e a cosa stare attenti. Effettivamente l’inverno a San Pietroburgo è lungo e molto rigido, con punte di -20, nevicate e ghiaccio. Partendo dagli aspetti più banali, è consigliabile portare con sè guanti, calzini di lana e/o scarpe imbottite e soprattutto coprirsi il capo. Ogni russo vi dirà come sia importante non lasciare scoperto alcun punto del proprio corpo, che potrebbe rivelarsi come canale di dispersione del calore corporeo. Sia per i maschietti che per le femminucce, è bene tutelare la zona del basso ventre con calzamaglie e simili, onde evitare problemi prostatici ai primi e alle ovaie alle seconde. Per cui state attenti a sedervi su lastroni di ghiaccio o su superfici fredde per lungo tempo. Se vi trovate in strada a bassissime temperature, cercate di non stare quasi mai fermi, ma muovetevi sempre, e ogni venti minuti concedetevi una sosta in un qualsiasi produktovy (alimentare) o cafè per scaldarvi un attimo. State attentissimi al ghiaccio che si forma sui marciapiedi: a scivolare e cadere ci si impiega un attimo, difatti i pronto soccorso d’inverno pullulano di persone con traumi da cadute. Spesso alcune vie diventano vere e proprie superfici ghiacciate, in questo caso non dovete camminare, ma “scivolare” alternando il passo come se steste pattinando. Osservate come fanno i locali. Un’altra cosa che contraddistingue l’inverno a Piter sono i “sosul’ki”, vere e proprie stalattiti di ghiaccio che pendono dalle grondaie e dai tetti degli edifici. Alcuni di questi vengono a pesare anche decine di chili per una lunghezza di 1-2 metri. Meglio quindi buttare un occhio sopra alla propria testa quando si passa sotto a certi edifici e in certi cortili. Spesso sulle pareti vengono affissi avvisi che invitano a fare attenzione o a passare alla larga (Внимание! Опасная зона!). Senza essere allarmisti, ogni inverno qualche decina di pietroburghesi passa a miglior vita a causa dei sosul’ki. Di frequente è possibile osservare squadre di manutentori dedicati all’opera di rimozione dei sosul’ki, cosa abbastanza spettacolare.

La Petrogradskaya Storona

La Petrogradskaya Storona è il punto dal quale iniziò la costruzione della città. Senza dubbio è uno dei quartieri più affascinanti, per le sue vie e per i suoi edifici dotati di uno stile unico.  Si collega al centro della città tramite il ponte della Trinità, e a Vasilevski Ostrov tramite il Birzhevoi e Tuchkov. Ospita uno dei simboli della città: la fortezza di Pietro e Paolo, progettata da Domenico Trezzini nel 1703, riconoscibile per il pennone dorato della sua cattedrale e protagonista delle foto che ritraggono la città nel corso delle notti bianche. Nella storia della città la fortezza ha avuto diversi ruoli, come comando militare e come prigione. Oggi è un museo. Dietro alla fortezza c’è lo splendido parco Aleksandrovskiy, dove ci sono il teatro Baltiiski Dom, lo zoo e il planetario. Nella bella stagione il parco è un luogo gradevole dove passeggiare e rilassarsi, pur rimanendo nel centro città. Al suo interno la Petrogradskaya Storona racchiude edifici dall’alto valore artistico: su Kammenostrovskiy  e Bolshoi Prospekt, le due arterie principali, e nelle vie interne, come Uliza Lenina, Kronverskiy Prospekt, Uliza Chapaeva. Il quartiere è popolato in maniera densissima, e da una recente stima emerge che Ploshad Lva Tolstova sia il punto più inquinato dell’intera San Pietroburgo. Sul lato orientale è ormeggiato l’incrociatore Aurora, famoso per aver dato il segnale d’inizio della rivoluzione d’ottobre con un colpo di cannone. Dal 2011 l’incrociatore, nonostante le proteste della flotta del Baltico, è ufficialmente in pensione, ed è un museo frequentatissimo. Non lontano dall’Aurora si trova la splendida moschea di Konny Pereulok, davanti alla quale i venerdì si radunano i praticanti di religione musulmana. Sul lato occidentale si staglia lo stadio Petrovskiy, la casa dell’amatissima squadra di calcio locale, lo Zenit. Non è raro, nei giorni di campionato, incontrare orde di “Zenitovzi”, riconoscibili per le sciarpette azzurre, passeggiare per il quartiere e sostare nei cortili e nei giardinetti, scandendo cori e bevendo birra. Per gli amanti del rock, in Uliza Blochina 13, vicino alla metro Sportivnaya, c’è il Kamchatka, pittoresco locale-museo che vide l’ascesa di Viktor Tsoi, leggendario cantante della seconda metà degli ’80. Tsoi, scomparso prematuramente nel ’91 e popolarissimo in tutta la Russia, viene cantato e osannato da adolescenti e non, i quali si radunano periodicamente davanti al Kamchatka e in altri punti della città. Per i nostalgici nel quartiere sono presenti ben due busti di Lenin: uno all’angolo di Ul. Lenina e Bolshoi Prospekt, l’altro  in un parchetto lungo Kammenoostrovskiy Pr. all’altezza di Bolshaya Monetnaya. La Petrogradskaya Storona è servita da due linee della metro: la linea violetta, con le stazioni Sportivnaya (presso lo stadio Petrovsky) e Chkalovskaya, e la linea azzurra , con le stazioni Gorkovskaya (parco Aleksandrovsky) e Petrogradskaya. Da vedere la struttura avvenieristica e “spaziale” della metro Gorkovskaya, recentemente ristrutturata.

Il cinema Rodina – Dom Kino

Per gli amanti del cinema c’è un luogo imprescindibile a San Pietroburgo: il cinema Rodina – Dom Kino. Si tratta della prima sala cinematografica di tutta l’Unione Sovietica, inaugurata nel 1919 (vi è anche una targa che ricorda un comizio tenuto da Lenin). Il complesso si trova in uno splendido edificio con facciata in pietra grigia con un maestoso colonnato e una scalinata che porta all’entrata vera e propria. Al Rodina, in russo “patria”, si entra per l’entrata principale. Vi è una ampia hall d’ingresso con baretto e con lunghissimi divani dove si può sostare prima e dopo le proiezoni. Sulle pareti poster di film d’annata.  Il cinema consta di una grandissima sala con un palco che può essere utilizzato anche a scopo teatrale. Il Rodina propone il meglio del cinema d’autore internazionale, spesso in lingua originale con i sottotitoli. Il visitatore che non parli il russo può trovare film in lingua inglese, francese, spagnola o italiana. Nel corso dell’anno vi sono varie rassegne, della durata di una settimana, dedicate a un paese in particolare: immancabili quelle dedicate al cinema finlandese e italiano. Al Dom Kino, ovvero la “casa del cinema”, si entra tramite una porticina sulla sinistra: le dimensioni esigue dell’ingresso ci fanno intuire subito che ci troviamo in un cineclub. Si sale per una scala il quale marmo nel corso di un secolo si è consumato in maniera affascinante, al secondo piano si trova il guardaroba e la toilet, e una vetrata ci offre una suggestiva visuale su Maneznaya Ploshad. Al terzo e al quarto si trovano le sale: una di medie dimensioni, l’altra talmente piccola e accogliente da sembrar simile al salotto di casa. In quest’ultima sono presenti anche comodissimi divani sui quali ci si può quasi sdraiare e assistere alla proiezione in pieno relax, consigliatissimi se siete in romantica compagnia . Il Dom Kino propone film d’Essai, e qualche film recente. Questo cinema è rivolto a chi apprezza i film di qualità, generalmente è difficile imbattersi in americanate o simili. Conserva ancora un’atmosfera dei tempi andati non intaccata dal luccichio della città attuale. Il prezzo va dai 100 ai 200 rubli, a seconda della fascia oraria. Gli ultimi spettacoli sono tra le 20.30 e le 21. Da tenere d’occhio la programmazione: nei giorni festivi potreste imbattervi in preziosissime chicche. Consiglio: per chi avesse fame dopo il film, usciti dal cinema sulla destra c’è un ottimo ristorante ucraino, sulla sinistra uno di cucina caucasica, entrambi ottimi. Per chi volesse una cosa al volo, attraversata la piazzetta c’è il chiosco di Teremok.  Indirizzo: Uliza Karavannaya 12, metro Nevskij Prospekt.

http://www.rodinakino.ru/

http://www.domkino.spb.ru/

27 gennaio, giorno della rottura dell’Assedio di Leningrado

Cade il 27 gennaio l’anniversario  della rottura dell’assedio che ha tenuto Leningrado e i suoi eroici abitanti stretti in una terribile morsa per 900 giorni e notti, dall’8 settembre 1941 al 27 gennaio 1944. L’assedio di Leningrado è un evento che ha pochi eguali nella storia contemporanea:  la città e i suoi abitanti restarono tagliati fuori dal resto del paese per più di due anni, e riuscirono a sopravvivere con ogni mezzo, nonostante il gelo, i bombardamenti nazisti e la minima presenza di rifornimenti.  La razione giornaliera constava di 125 grammi di pane nero per persona, la cui farina era spesso “allungata” con della segatura.  L’inverno del ’41, per una sorte crudele,  fu tra i più rigidi del secolo, con punte di -30 che facero esplodere le tubature delle case per il ghiaccio formatosi e costrinsero gli abitanti a procurarsi l’acqua per strada. Nonostante ciò il cuore della città non cessò mai di battere, e il suo battito veniva diffuso dal suono di un metronomo tramite i megafoni sparsi per le vie (se ne trovano tutt’oggi per le vie attorno a Sennaya Ploshad, ad esempio lungo pereulok Grivzova, e il metronomo ogni tanto viene ancora trasmesso!) .  Le attività artistiche e culturali continuarono nei teatri, nelle sale da concerto, nelle biblioteche, segno dell’irriducibile identità dei leningradesi. La radio non smise mai di trasmettere. I trasporti, ovvero la linea tramvaria, continuò il servizio con occasionali interruzioni dovute alla mancanza di corrente. Come si può osservare nei documenti video, è impressionante la quantità di gente in giro per strada anche durante l’inverno. Per rifornire la città il comando sovietico escogitò un espediente che poteva essere attuato solo da gente con coraggio da vendere: attraversare con la colonna di rifornimenti il lago Ladoga (25 km di larghezza) sperando che il ghiaccio non si rompesse sotto il peso dei camion. Il gelo, come in altre occasioni, diede una mano ai russi. Alcuni  luoghi simbolo da visitare legati all’assedio: il memoriale in Ploshad Pobedi (si nota venendo dall’aeroporto, è posto alle porte della città lato sud, metro “Moskovskaya”), con un enorme salone in granito da brividi dove riecheggia il battito della città; il museo dedicato all’assedio in Solyanoi Pereulok (nei pressi di Letniy Sad in centro), dove viene riprodotta l’ordinaria vita dei “blokadniki. Per chi apprezza i dettagli, date un’occhiata alle targhette sui famosi cavalli posti sul ponte tra la Fontanka e Nevskij Prospekt, o sull’avviso “questo lato della via è molto più pericoloso per via dei bombardamenti, camminate sull’altro”, posto su Nevskij Prospekt angolo Malaya Morskaya. La vicenda dell’assedio ha colpito e ispirato grandi artisti, tra i quali il nostro Sergio Leone, il quale aveva in progetto di girare un film che lo raccontasse e aveva addirittura ottenuto le autorizzazioni da parte delle autorità sovietiche, peccato che non visse abbastanza per portare a termine l’ambizioso progetto.

Il Fidel bar

C’è un bar molto particolare nel pieno centro di San Pietroburgo, si chiama “Fidel”. Il locale è ricavato in una ex bottega, in fondo a Uliza Dumskaya al numero 9, davanti a Gostinny Dvor, in un punto centralissimo ma nascosto. Tra i porticati dell’edificio a tre piani dell’inizio dell’800 sono sorti alcuni bar, in fila uno dietro all’altro, il Fidel è il primo di questi venendo da Nevskij Prospekt e il più celebre. Il locale presenta una struttura rettangolare, con un lunghissimo bancone sul suo lato lungo, alcuni tavolini e una piccola pista da ballo con servizi igienici limitrofi e gabbiotto per il DJ. In sostanza, il locale è un buco, e complice il tetto bassissimo diventa claustrofobico appena si riempie. Ciononostante, il Fidel è un posto “cult” per diversi motivi. Dispone di una grande scelta di drinks alcolici a un prezzo da centro sociale, ad esempio le birre alla spina sono intorno ai 100 rubli, i cocktail 150, e per chi si sveglia, gli ultimi 5 minuti di ogni ora c’è la Kliukva (liquore a base di cognac e ribes dal sapore dolciastro e dall’effetto sbronza assicurato) a 30 rubli il bicchierino. Oltre a questo, non è difficile notare come gli avventori si scolino fiumi di vodka, rhum, assenzio e altri superalcolici. Insomma, è un luogo dove si viene per bere. Chi ha voglia, può inoltrarsi fino alla coda del locale per lasciarsi andare a danze sfrenate che solitamente si concludono alle 6 del mattino. Il repertorio musicale è solitamente straniero. Molto variegata la fauna del locale, tendenzialmente poco “fighetta” e composta anche da studenti stranieri per via della sua posizione centrale e dei prezzi economici. Facilissimo fare conoscenza, basta sedere al bancone e guardarsi intorno. Il nome, e i poster al suo interno, sono un chiaro omaggio all’amicizia internazionalista tra i popoli dei tempi andati. Consigliato ad una fascia giovane e a chi ama l’”alternativo”.