27 gennaio, giorno della rottura dell’Assedio di Leningrado

Cade il 27 gennaio l’anniversario  della rottura dell’assedio che ha tenuto Leningrado e i suoi eroici abitanti stretti in una terribile morsa per 900 giorni e notti, dall’8 settembre 1941 al 27 gennaio 1944. L’assedio di Leningrado è un evento che ha pochi eguali nella storia contemporanea:  la città e i suoi abitanti restarono tagliati fuori dal resto del paese per più di due anni, e riuscirono a sopravvivere con ogni mezzo, nonostante il gelo, i bombardamenti nazisti e la minima presenza di rifornimenti.  La razione giornaliera constava di 125 grammi di pane nero per persona, la cui farina era spesso “allungata” con della segatura.  L’inverno del ’41, per una sorte crudele,  fu tra i più rigidi del secolo, con punte di -30 che facero esplodere le tubature delle case per il ghiaccio formatosi e costrinsero gli abitanti a procurarsi l’acqua per strada. Nonostante ciò il cuore della città non cessò mai di battere, e il suo battito veniva diffuso dal suono di un metronomo tramite i megafoni sparsi per le vie (se ne trovano tutt’oggi per le vie attorno a Sennaya Ploshad, ad esempio lungo pereulok Grivzova, e il metronomo ogni tanto viene ancora trasmesso!) .  Le attività artistiche e culturali continuarono nei teatri, nelle sale da concerto, nelle biblioteche, segno dell’irriducibile identità dei leningradesi. La radio non smise mai di trasmettere. I trasporti, ovvero la linea tramvaria, continuò il servizio con occasionali interruzioni dovute alla mancanza di corrente. Come si può osservare nei documenti video, è impressionante la quantità di gente in giro per strada anche durante l’inverno. Per rifornire la città il comando sovietico escogitò un espediente che poteva essere attuato solo da gente con coraggio da vendere: attraversare con la colonna di rifornimenti il lago Ladoga (25 km di larghezza) sperando che il ghiaccio non si rompesse sotto il peso dei camion. Il gelo, come in altre occasioni, diede una mano ai russi. Alcuni  luoghi simbolo da visitare legati all’assedio: il memoriale in Ploshad Pobedi (si nota venendo dall’aeroporto, è posto alle porte della città lato sud, metro “Moskovskaya”), con un enorme salone in granito da brividi dove riecheggia il battito della città; il museo dedicato all’assedio in Solyanoi Pereulok (nei pressi di Letniy Sad in centro), dove viene riprodotta l’ordinaria vita dei “blokadniki. Per chi apprezza i dettagli, date un’occhiata alle targhette sui famosi cavalli posti sul ponte tra la Fontanka e Nevskij Prospekt, o sull’avviso “questo lato della via è molto più pericoloso per via dei bombardamenti, camminate sull’altro”, posto su Nevskij Prospekt angolo Malaya Morskaya. La vicenda dell’assedio ha colpito e ispirato grandi artisti, tra i quali il nostro Sergio Leone, il quale aveva in progetto di girare un film che lo raccontasse e aveva addirittura ottenuto le autorizzazioni da parte delle autorità sovietiche, peccato che non visse abbastanza per portare a termine l’ambizioso progetto.