Il taxi “fai da te” a San Pietroburgo

La gran parte dei turisti si sorprendono non poco per quanto sia semplice e “naturale” servirsi di taxi non ufficiali. Questa abitudine è un’eredità dei tempi sovietici, che vedeva l’uso di condividere ciò che si ha, o più semplicemente la forma mentis, derivata dai duri anni ’90, di fare anche pochi soldi in più con ogni mezzo. Per fermare un’auto, è sufficiente porsi al lato della strada con un braccio alzato e attendere qualche minuto, a volte qualche secondo.  Chi si ferma possono essere taxisti abusivi, solitamente di provenienza CSI o caucasica, come comunissimi cittadini pietroburghesi. Più frequentemente i primi si servono di sgangherate Zhiguli, il che dà un tocco di esotismo non indifferente alla cosa. Alcune regole da osservare: contrattare in partenza il prezzo per la vostra destinazione, stimando a priori che il taxista vi chiederà 100 rubli in più del prezzo che proponete.  Non pagate mai più di 300 rubli per un passaggio tra punti diversi in zona centrale, e mai circa più di 600 per un passaggio da periferia a centro. Parlare in russo fa ovviamente una gran differenza in meglio, come conoscere il prezzo medio per un percorso in città. Non formalizzatevi se il guidatore fuma, tiene il finestrino aperto in inverno o il riscaldamento d’estate, non rispetta i limiti di velocità o ha preso le strade cittadine per l’autodromo di Monza; fateglielo gentilmente notare e vedrete che cambierà registro. Viste le rigidissime regole per il bere al volante, e il fatto che gran parte dei giovani non posseggano un’auto, è solito trovare all’uscita dei locali notturni  una gran scelta di taxisti in attesa. Per spendere meno, meglio allontanarsi  un poco  e fermare un guidatore casuale. Generalmente, al contrario di quanto possa pensare un europeo,  questa non è una pratica rischiosa. Non ultimo, il fatto di fermare auto, specie in orario notturno, vi potrebbe far conoscere personaggi pittoreschi, che possono reagire con grande curiosità al vostro accento straniero.

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